Teatroterapia: quando la recitazione diventa benessere

Teatroterapia:

quando la recitazione diventa benessere

Questo articolo è dedicato ad un argomento particolare del quale non si sente parlare molto spesso: la teatroterapia.

Come ho spiegato nella descrizione, ho creato questo blog anche per condividere la mia visione del teatro a partire dalle mie esperienze di recitazione, benché amatoriale.

Spesso si pensa al teatro come una realtà molto distante dalla nostra, un mondo d’élite dove si fanno cose obsolete e noiose che interessano solo ad acculturati ed intelletualoidi.
Per questo oggi vorrei sfatare questo mito parlando di come il teatro e la recitazione, in realtà, siano accessibili a tutti e possano rivelarsi validi strumenti per migliorare aspetti del proprio carattere e ad arricchire la vita di tutti giorni con nuove esperienze.

Recitare, come del resto quasi tutte le attività ricreative, è un buon modo per divertirsi e stimolare la propria creatività, accantonare per qualche ora lo stress dato dalle preoccupazioni quotidiane e, perché no, espandere le proprie conoscenze e la propria cultura.
Per quanto mi riguarda, fare teatro mi ha dato l’opportunità di entrare a far parte di un gruppo che con il tempo è diventato la mia seconda casa, dove ho avuto l’opportunità di mettermi in gioco su più fronti, esplorando lati della mia personalità che non conoscevo e sviluppando nuove capacità che non credevo di avere. In più, ho avuto modo di conoscere nuovi amici con i quali ho condiviso qualche piccolo successo, ma soprattutto momenti bellissimi, che sono parte dei miei ricordi più cari.

Oltre a tutto questo, può succedere che il teatro diventi una vera e propria cura a problemi di natura psicologia e gravi patologie, come nel caso della teatroterapia.

CHE COS’È LA TEATROTERAPIA?

Lo psicologo e teatroterapeuta Walter Orioli definisce la teatroterapia come “la messa in scena dei propri vissuti, con il supporto di alcuni principi di rappresentazione scenica che derivano dall’arte dell’attore”.
Si tratta quindi di un tipo di arteterapia basata sul “gioco delle parti”, cioè sulla creazione e sull’interpretazione di ruoli, che se affiancata alle scienze psicologiche, permette programmi di riabilitazione e di cura della mente molto efficaci. Consiste nella messa in scena dell’identità individuale per superare momenti di disagio e sviluppare risorse importanti per la propria salute e per il proprio equilibrio interiore, favorendo così la guarigione.
Esistono diverse tecniche e approcci, a seconda degli accorgimenti professionali e degli obiettivi che si vogliono raggiungere. Per saperne di più vi rimando ad un articolo molto dettagliato, che offre anche diversi spunti bibliografici: http://www.benessere.com/psicologia/arg00/teatroterapia.htm

A CHI È UTILE?

A tutti, anche a chi non si è mai avvicinato al mondo della recitazione, perché lo scopo principale non è sviluppare una tecnica, bensì imparare a comunicare ed esprimersi creativamente attraverso i linguaggi teatrali.

COME FUNZIONA?

Per prima cosa è fondamentale creare un clima di gruppo per fare in modo che ognuno si senta totalmente libero di esprimere la propria personalità.
Dopodiché la terapia si articola in 3 fasi:
Nella prima fase (fase pre-espressiva) si fanno esercizi di movimento, contatto, vocalizzazione e narrazione per sciogliere le paure iniziali e sviluppare una migliore coscienza di sé e del proprio corpo.
Nella seconda fase (fase espressiva) si crea un personaggio partendo da esercizi di improvvisazione che possono trarre spunto da testi teatrali già esistenti, oppure dai dialoghi tra i partecipanti e il teatroterapeuta.
Il ruolo viene scelto in base agli obiettivi che si vogliono raggiungere. Si può decidere di far interpretare all’attore un personaggio simile a lui/lei, un personaggio fantastico ideale, oppure un nemico.
Nella terza fase (fase post-espressiva) gli esercizi e i testi prodotti nelle fasi precedenti confluiscono in un allestimento scenico. In questa fase l’attore diventa osservatore e regista di sé stesso e ha quindi la possibilità di analizzare il suo personaggio in maniera distaccata e, di conseguenza, mettere in relazione il mondo interno con il mondo esterno.

IN QUALI CONTESTI SI PUÒ APPLICARE?

I contesti in cui la teatroterapia si può inserire sono molteplici.

Si può fare teatroterapia a scopo preventivo ed educativo, per intraprendere un percorso di crescita personale che aiuti a migliorare la comunicazione a tutti i livelli, a superare i blocchi emotivi e vincere la timidezza. Questa attività, inoltre, è molto utile per sviluppare la creatività, aumentare la memorizzazione e consente di scaricare lo stress, dunque si adatta molto bene a contesti aziendali e scolastici.

Questo tipo di arteterapia può avere anche uno scopo riabilitativo per ricostruire il ruolo e l’identità di fasce sociali come detenuti ed ex carcerati, tossicodipendenti, disabili e persone che hanno vissuto in modo prolungato problemi di carattere medico, quali tumori, o anche di tipo psicologico, come ansia, traumi e depressione.

Inoltre, se alla teatroterapia si assegna uno scopo terapeutico, può essere il completamento di una terapia medica e psichiatrica per integrare parti sane e malate dell’io in casi di nevrosi, disturbi borderline o forme di autismo. Ovviamente questo percorso richiede la partecipazione di figure professionali come medici e psichiatri per adattare gli esercizi in relazione alle caratteristiche specifiche dei pazienti.

MA PERCHÉ UNA TERAPIA CHE PARTE PROPRIO DAL TEATRO?

Per rispondere cito il giornalista Giovanni Lattanzi, che in un suo articolo scrive: “Il teatro è la prima forma di comunicazione delle emozioni e per questo, una delle più efficaci sfumature di psicoterapia che l’uomo si sia dato nel corso della sua storia.
Se poi viene unito alla psicologia, materia di approfondimento dell’animo umano, diventa un ottimo strumento per intervenire e provocare un cambiamento.”
Il palcoscenico, infatti, è il luogo ideale per la riscoperta di sé, perché è il luogo dove si possono mettere alla prova le proprie emozioni, con il vantaggio di non doversi preoccupare delle conseguenze di quello che si dice o si fa, perché non si è nella vita vera, bensì in un mondo immaginario.

Spero che con questo articolo sia riuscita a farvi conoscere il teatro sotto una nuova prospettiva: un mondo immaginario di evasione dove ci si possa sentire liberi di esprimersi, ma dentro al quale si possono fare esperienze vere che hanno un riscontro con la realtà e contribuiscono a migliorare la nostra quotidianità.


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